L’11 marzo 2021, il Marocco ha approvato una legge che autorizza l’uso medico, cosmetico e industriale della cannabis e del kif. Questo può essere visto come un punto di partenza verso la legalizzazione, ma questa legge è ancora in attesa di essere approvata dal Parlamento marocchino.
E’ un passo a lungo atteso per le centinaia di migliaia di coltivatori di cannabis in Marocco. Regola la produzione, la fabbricazione, il trasporto, la commercializzazione, l’esportazione e l’importazione della cannabis per scopi specifici. I candidati dovranno essere membri di una cooperativa che funga da intermediario tra i coltivatori e le società di produzione ed esportazione.
Il Marocco è il secondo maggior produttore di marijuana, subito dopo gli USA. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine, questi sono i 10 maggiori produttori di cannabis:
Nel 2003, il 70% dell’hashish consumato in Europa era prodotto in Marocco. La cannabis in Marocco è stata coltivata per secoli, nonostante fosse considerata una sostanza proibita dall’indipendenza di questo paese nel 1956.
E perché il Marocco è tra i più grandi produttori di cannabis del mondo? Beh, da un lato, sembra che nessun’altra coltura sia in grado di crescere nella regione montuosa del Rif, inoltre bisogna considerare che la cannabis costituisce una grande parte dell’economia nazionale.
Il turismo occidentale ha sicuramente contribuito sia alla capitalizzazione dei tour della cannabis che alla reputazione del Marocco come grande produttore di cannabis.
In cosa consiste la legge marocchina sulla cannabis? Questa legge stabilirebbe un’apertura per la produzione, l’esportazione e la vendita interna della cannabis terapeutica, cosmetica e industriale (tessile, carta). Tuttavia, l’uso ricreativo della cannabis sarebbe ancora illegale. Questa legge ha anche lo scopo di beneficiare la vita dei contadini impoveriti del Rif, dando loro accesso al mercato internazionale e proteggendoli dai trafficanti di droga.
Questa legge andrebbe a creare anche un’agenzia governativa per la cannabis al fine di salvaguardare la sostanza dalle reti illegali del crimine organizzato. In questo modo, il governo garantirebbe l’acquisto del kif esclusivamente dalle 100.000 famiglie di agricoltori della regione del Rif settentrionale, stimolando la crescita economica del paese.
Ma chi è che coltiva la cannabis in Marocco? I contadini del Rif. E ci sono delle discrepanze tra loro sul fatto che questa legge sia realmente in grado di aiutarli o meno.
Nessun altro raccolto sembra crescere sul Rif, e questo rappresenta un limite alla loro crescita economica.
La nuova legge potrebbe garantire un reddito costante a quelle 100.000 famiglie di contadini del Rif, ma tra loro sono sorte delle proteste.
Saleh Lakhbech, studente universitario e figlio di un agricoltore locale, afferma che questo disegno di legge sia stato elaborato “in stanze con aria condizionata senza consultare gli agricoltori” e ritiene che ci dovrebbe essere un investimento sulle alternative all’economia attuale per la regione. Questo ci dà un’idea su quali siano le preoccupazioni di questi agricoltori. Il governo potrebbe non essere precisamente in contatto con la loro realtà.
Inoltre, alcuni agricoltori vogliono spingere per la legalizzazione anche della cannabis ricreativa, il che permetterebbe loro di continuare a vendere hashish, un prodotto della cannabis decisamente più redditizio, che realmente sostiene questa regione impoverita. Basta pensare che una tonnellata di cannabis potrebbe fruttare 700 dollari ad uso industriale contro i 3.340 dollari che potrebbe produrre con l’hashish. L’Ufficio delle Nazioni Unite sulle droghe e il crimine ha segnalato il Marocco come il più grande produttore mondiale di hashish del 2020.
D’altra parte, altri agricoltori preferirebbero che la coltivazione della cannabis fosse limitata alla loro regione. Sembra che sul Rif non sia in grado di crescere nessun’altra coltura, e questo rappresenterebbe una reale limitazione alla loro crescita economica.
I coltivatori di cannabis del Rif negli ultimi 80 anni hanno spinto per un miglioramento riguardo la loro situazione illegale, mentre il ministero dell’interno afferma che la legalizzazione aiuterebbe il Marocco ad espandere il suo mercato a livello internazionale.
Dopo molti ritardi, il partito co-governante PJD ha spostato la sua posizione contro questa legge in seguito alla rimozione della cannabis dalla lista delle droghe più pericolose del mondo da parte delle Nazioni Unite. Il diverbio è stato discusso a tavolino per qualche tempo, aggiungendosi agli sforzi per combattere gli spacciatori di cannabis nelle reti nazionali e internazionali della droga.
Non è ancora chiaro se questo progetto di legge aumenterà de facto il reddito e le condizioni di vita di questi contadini.