Negli ultimi anni, la cannabis ha suscitato grande interesse nella comunità scientifica per le sue proprietà terapeutiche, si è iniziato a studiare la capacità di alleviare i sintomi delle malattie infiammatorie croniche come l’endometriosi. I cannabinoidi hanno dimostrato di essere efficaci nell’alleviare il dolore, i sintomi gastrointestinali e gli effetti psicologici provati dalle donne che soffrono della malattia. Vi spieghiamo tutto di seguito.
L’endometriosi è una malattia debilitante che colpisce il 5-15% delle donne in età riproduttiva. Si verifica quando il rivestimento interno dell’utero, il cosiddetto endometrio, cresce eccessivamente e si diffonde ad altri organi, come le tube di Falloppio, le ovaie o in tutto il bacino.
Anche se l’endometriosi è una delle patologie ginecologiche benigne più comuni e molte donne che ne soffrono non hanno sintomi, è nota per i suoi effetti dannosi sulla qualità della vita della paziente. I suoi sintomi principali sono:
Potrebbero verificarsi anche i seguenti sintomi:
Dato che oggi non esiste ancora un trattamento definitivo, le donne che soffrono di questi sintomi vedono le loro opportunità lavorative e accademiche minate da questa malattia, sono meno produttive e potrebbero anche arrivare a limitare la loro vita sociale.
L’endometriosi si sviluppa nelle donne in età fertile e regredisce dopo la menopausa. La sua origine è sconosciuta fino ad oggi, ma alcuni studi indicano le possibili cause che sono ancora sotto indagine:
Studi recenti (in inglese) hanno dimostrato un legame diretto tra l’uso della cannabis e il sollievo dei sintomi dell’endometriosi. Questi effetti terapeutici sono dovuti al fatto che la cannabis contiene cannabinoidi come il THC e il CBD, che sono in grado di interagire con il sistema endocannabinoide, alleviando il dolore pelvico e i sintomi gastrointestinali causati dalla malattia, oltre a migliorare l’umore della paziente.
Il sistema endocannabinoide consiste in una rete di neurotrasmettitori costituita da un grande gruppo di recettori dei cannabinoidi situati principalmente nel cervello, nel sistema nervoso centrale e nel sistema nervoso periferico.
Questi recettori si attivano quando vengono stimolati dai ligandi appropriati, cioè molecole che si abbinano perfettamente a loro e gli permettono di inviare segnali per regolare tutti i tipi di funzioni nel nostro corpo, come la sensazione del dolore, l’appetito, l’umore, la memoria e la mediazione degli effetti psicoattivi della cannabis.
Questo perché i recettori degli endocannabinoidi sono in grado di interagire e di attivarsi con i fitocannabinoidi, oltre agli endocannabinoidi (quelli generati dal corpo umano).
L’influenza del sistema endocannabinoide sull’endometriosi potrebbe essere dovuta al fatto che due dei suoi recettori più studiati, il CB1 e il CB2, sono espressi nell’utero e la loro concentrazione fluttua con il ciclo mestruale.
Gli studi hanno scoperto che la quantità dei recettori CB1 nell’utero è inferiore nelle donne con endometriosi, ed è anche noto che una riduzione del sistema endocannabinoide venga associata ad un aumento della crescita del tessuto endometriale e a un’esperienza di dolore più intensa. Per queste ragioni, alcuni studi hanno addirittura descritto l’endometriosi come una carenza del sistema endocannabinoide.
L’endometriosi, al momento, non ha un trattamento definitivo. Tuttavia, una buona regolazione del sistema endocannabinoide potrebbe essere la chiave per alleviare i suoi sintomi.
Con questa premessa, uno studio (in inglese) condotto nel 2021 dal NCIM Health Research Institute, in collaborazione con l’Università di Bristol, ha deciso di indagare gli effetti del consumo di cannabis in 252 donne che soffrono dei sintomi di questa malattia. Lo studio inoltre si è concentrato sulla forma di consumo della marijuana: inalata oppure ingerita.
Questo studio scoprì che la cannabis inalata sembra essere più efficace nel trattamento del dolore pelvico a causa della sua azione rapida sul sistema endocannabinoide. La cannabis ingerita, d’altra parte, ha riportato risultati migliori nell’alleviare i sintomi gastrointestinali e l’umore.
Lo studio ha poi concluso che la cannabis sia efficace nell’alleviare i sintomi dell’endometriosi, ma sono necessarie ulteriori ricerche per saperne di più sui benefici di questo trattamento.
Lo studio NCIM ha scoperto che, aumentando il rapporto tra THC e THC/CBD consumato dai pazienti, l’impatto sul sollievo dal dolore pelvico è molto basso, ma aumenta il rischio degli effetti collaterali indesiderati, che andavano ad ostacolare le attività quotidiane.
Tenendo conto di questo e sapendo che sono necessari maggiori studi per conoscere la composizione e le dosi ideali, il più consigliabile per l’uso medicinale in questo caso sarebbe un rapporto moderato 1:1 THC/CBD. Vi consigliamo di iniziare con una quantità minore, e di aumentare gradualmente fino a raggiungere la dose appropriata per ottenere la massima efficacia.
Per coloro che non amano gli effetti più psicoattivi del THC, il consumo di CBD puro potrebbe essere una buona alternativa, anche se purtroppo mancano studi che confermino la sua efficacia da solo per questa sintomatologia.
Seedstockers nella sua collezione ha alcuni ceppi di cannabis che soddisfano questi criteri, i quali possono essere utili per il trattamento dell’endometriosi grazie alla loro composizione dei cannabinoidi. Ve li presentiamo qui sotto:
CBD 1:1 Silver Lime Haze Auto: È una varietà ricca di CBD femminizzata autofiorente che contiene un rapporto 1:1 di CBD:THC ed un livello del 9% circa per entrambi i cannabinoidi. Inoltre è una varietà facile da coltivare.
Il suo rapporto la rende una varietà molto equilibrata che produce un effetto sostenibile, compatibile con le attività quotidiane. Una genetica a dominanza Sativa che, grazie alla sua versione autofiorente, è l’ideale per chi vuole riempire velocemente la propria dispensa, dato che termina il suo ciclo vitale in sole 12 settimane.
CBD Critical XXL FEM: Questa varietà produce circa il 10% di CBD e i suoi livelli di THC sono intorno allo 0,5%. Siccome contiene così poco THC, i suoi effetti psicoattivi sono nulli, il che la rende ideale per i consumatori che non tollerano bene gli effetti del THC o che semplicemente non riescono a far fronte alle esigenze della vita quotidiana.
Si tratta di una varietà femminizzata facile da coltivare che cresce vigorosamente il cui intenso sapore Critical la rende una scommessa sicura per i palati più esigenti. La CBD Critical XXL FEM è insolitamente aromatica, con un profilo terpenico che esprime note di pino e liquirizia.
CBD Critical XXL AUTO: Il modo migliore per ottenere un raccolto abbondante nel minor tempo possibile. Questa varietà è stata creata incrociando due ceppi ultra-produttivi (la CBD Critical XXL fem x la BCN Critical XXL Auto) al fine di ottenere la resa migliore. Il suo formato autofiorente significa che in sole 11 settimane sarete pronti il momento quando raccogliere cannabis e i suoi buds densi, puzzolenti e pieni di resina.
Come suggerisce il nome, questa varietà produce un livello di CBD elevato (del 15% circa) e meno dello 0,6% di THC, quindi non produce effetti psicoattivi, ma possono essere utilizzate le sue proprietà medicinali. Il suo aroma e il suo gusto sono deliziosi, è un’eccellente combinazione di dolcezza, aroma di pino e toni di agrumi.