Mentre molti consumatori di cannabis conoscono la differenza tra CBD e THC, sono in pochi a conoscere il cannabigerolo (CBG), un cannabinoide minoritario che sta guadagnando un’incredibile popolarità grazie al suo grande valore terapeutico. Ecco perché vi presentiamo la CBG Zerodue, una varietà di cannabis che diventerà sicuramente un nome famoso in breve tempo.
La CBG Zerodue offre un’esperienza nuova al mondo della cannabis, si tratta di una genetica con una percentuale incredibilmente alta di CBG, fino al 15%, e molto bassa di THC, sotto lo 0,2%, il che la rende legale in quasi tutto il mondo.
Si tratta di una percentuale di CBG che fino ad oggi era stata quasi impossibile da ottenere in una varietà commerciale di cannabis, un tale rapporto era limitato solo ai laboratori genetici, i quali sono riusciti a bloccare alcune fasi della via biosintetica dei cannabinoidi, impedendo la formazione del tetraidrocannabinolo (THC), il componente psicoattivo, aumentando l’accumulo di cannabigerolo (CBG), che prima si trovava solo in una quantità marginale.
Ora la CBG Zerodue, una pianta a fioritura rapida con una produttività impressionante di fiori ricchi di CBG, diventa un nuovo paradigma sia per la comunità terapeutca che per i coltivatori di marijuana alla ricerca di nuove sensazioni.
La CBG Zerodue consiste in un incrocio tra la CBD Critical XXL e la Italian Research Genetics, e produce dei fenotipi vigorosi che vanno da 1 metro a quasi 1 metro e mezzo di altezza. Tuttavia, e nonostante sia un incrocio di prima generazione, molte piante esprimono appieno la loro discendenza dalla BCN Critical XXL mostrando dei raccolti sorprendenti.
Grazie alle sue genetiche parentali, la CBG Zerodue è pronta al raccolto all’incirca 7 settimane dopo la comparsa dei primi segni di fioritura, solitamente 2 settimane dopo aver cambiato le impostazioni del ciclo di luce, se coltivate indoor. Anche se, quando la coltivate outdoor, dovete ricordare che i tempi di fioritura dipendono in gran parte dalle condizioni climatiche in cui viene coltivata.
Il CBG è uno degli oltre 120 cannabinoidi identificati ad oggi che si trovano nella composizione della cannabis, anche se generalmente ne costituisce una parte molto piccola, spesso inferiore all’1%. Una concentrazione così bassa rende abbastanza difficile il lavoro dei ricercatori di ottenere dei campioni grandi a sufficienza per studiare le sue proprietà. Ma ciò non vuol dire che non si tratti di un cannabinoide terapeuticamente importante.
Ma allora, cos’è esattamente il CBG? Il CBG si forma dal CBGa (acido cannabigerolico), l’acido precursore che è considerato la molecola madre da cui la pianta sintetizza tutti gli altri cannabinoidi. I cannabinoidi nella loro forma acida e inattiva si trovano all’interno del fiore fresco della cannabis. Una volta che la pianta matura, la maggior parte del CBGa viene convertita dagli enzimi della pianta in un rapporto tra i tre principali precursori dei cannabinoidi: THCa, CBDa e CBCa.
Questi cannabinoidi in forma acida passano alla loro forma non acida attraverso il calore o l’ossidazione, in un processo chiamato decarbossilazione, trasformandosi così in THC, CBD e altri cannabinoidi minori. Di conseguenza, il CBGa praticamente scompare, essendo solo una breve forma di passaggio per la produzione degli altri cannabinoidi.
Per ottenere una produzione più elevata di CBG, i breeders hanno iniziato a sperimentare la selezione genetica per aumentarne la concentrazione. Sono riusciti anche ad identificare con successo la finestra di estrazione ottimale per preservare la maggior quantità di CBG, raccomandandosi di farlo intorno alla sesta settimana in un ciclo di fioritura di otto settimane.
Come gli altri cannabinoidi, il CBG influenza il nostro sistema endocannabinoide che regola l’equilibrio delle nostre funzioni fisiologiche. Ma a differenza del CBD, che agisce principalmente attraverso interazioni indirette con il sistema endocannabinoide, si pensa che il CBG ottenga il suo effetto direttamente attraverso l’interazione con i recettori dei cannabinoidi CB1 e CB2 nel cervello.
Anche il THC produce i suoi effetti psicoattivi attraverso le interazioni con questi recettori; ed è stato notato che il CBG agisce come un tampone a questa psicoattività ed è anche in grado di alleviare le sensazioni di ansia o paranoia che a volte accompagnano il consumo di un elevato livello di THC.
Il CBG ha inoltre dimostrato una forte capacità di aumentare l’anandamide, comunemente conosciuta come la “molecola della felicità”, un cannabinoide endogeno che aiuta a regolare svariate funzioni corporee, tra cui l’appetito, il sonno, l’umore e il sistema immunitario.
Così, possiamo osservare i diversi effetti di questo cannabinoide che rispondono alla domanda: cosa fa il CBG?
La complessa interazione tra il nostro sistema endocannabinoide e i diversi fitocannabinoidi è conosciuta come “effetto entourage”, il che ci suggerisce che una combinazione tra i vari composti chimici della pianta abbia più benefici di ogni composto usato separatamente.
Va notato che gli scienziati hanno appena iniziato a capire tutte le implicazioni di questa interazione. Questo articolo sulla ricerca seminale del Dr. Ethan Russo presenta un convincente riassunto dello studio che dimostra gli effetti terapeutici della combinazione tra cannabinoidi e terpeni.
Descrive, ad esempio, come il terpene limonene mostri una sinergia con il CBG, il quale permette l’apoptosi nelle cellule del cancro al seno. Anche il linalolo, che è un terpene presente nella lavanda, sembra sinergizzare con il CBG nel trattamento dell’ansia.
Nel caso della CBG Zerodue, si tratta di una varietà molto ricca di mircene, che può arrivare fino al 63% del suo profilo terpenico. Secondo il Dr. Russo, i dati sosterrebbero l’ipotesi che il mircene sia un terpene sedativo e, combinato con certi cannabinoidi, possa essere il responsabile dell’effetto “da divano” prodotto da certi chemiotipi; che è il caratteristico effetto che i consumatori spesso ricercano in una varietà di cannabis Indica.
La ricerca sui benefici terapeutici del CBG rimane relativamente scarsa rispetto all’apparente ricchezza di informazioni disponibili sul THC e sul CBD nella comunità scientifica.
E anche se non è stato ancora testato su studi clinici umani, ci sono degli studi preliminari che collegano questo composto a moltissimi potenziali usi terapeutici.
Ma quindi, a cosa serve il CBG?
Il CBG è un cannabinoide meno abbondante, ma come abbiamo visto, riduce l’infiammazione, combatte il dolore e rallenta persino la proliferazione delle cellule tumorali. Senza effetti psicoattivi e con una vastità di potenziali usi terapeutici, perché il CBG non ha avuto la stessa popolarità del CBD?
E ancora: per quali casi bisogna preferire il GBG al CBD?
Il più grande ostacolo all’uso del CBG come trattamento terapeutico è il costo della sua produzione. Sono necessari migliaia di chili di biomassa per creare delle piccole quantità di olio CBG isolato. La maggior parte delle varietà di cannabis contiene solo delle percentuali minime di CBG, mentre ora troviamo genetiche che contengono fino al 20% di CBD. Se il contenuto di CBG dello stesso raccolto è solo l’1%, ciò significa che bisogna estrarre 20 volte la quantità di erba per ottenere la stessa quantità di CBG.
Un altro deterrente che impedisce ai coltivatori di puntare sul CBG è che bisogna tagliare presto le piante onde evitare la trasformazione del CBGa e massimizzare la quantità raccoglibile di questo cannabinoide.
Siccome la richiesta di CBD e di THC è molto grande, la maggior parte dei coltivatori non è disposta a raccogliere le loro piante così presto e a rinunciare agli altri cannabinoidi a favore del CBG.
Questo è il motivo per cui creare delle varietà ricche di CBG come la CBG Zerodue è importante, poiché la genetica stessa della pianta diventa il motivo principale dell’abbassamento del suo prezzo, in quanto sviluppare dei semi ricchi di CBG con un alto rendimento genetico di cannabigerolo permetterebbe di applicare un processo di purificazione meno costoso.
In definitiva, i benefici medicinali del CBG sono numerosi, e può avere un impatto positivo sulla vita di molte persone che cercano una cannabis più sostenibile, riducendo gli effetti collaterali del THC allo stesso modo del CBD.