C’è un nuovo e sensazionale metodo per consumare cannabis che sta lentamente prendendo piede in tutto il mondo. Si chiama Dabbing!
Il Dabbing è un metodo per consumare i concentrati, fatti estraendo i cannabinoidi e altri composti desiderati come i terpeni e i terpenoidi.
Negli Stati Uniti, il dabbing è diventato così popolare che i concentrati rappresentano ormai il 75% dei prodotti venduti nel mercato legale della cannabis!
I concentrati di cannabis sono disponibili in molte forme e consistenze diverse – shatter, cera, distillato, rosin, cristalli, ecc. Il dabbing è una tecnica per vaporizzare questi concentrati e inalarli.
Ci sono numerosi dispositivi sul mercato per farlo, e in effetti sarebbe sufficiente mescolare semplicemente i vostri fiori insieme al concentrato e arrotolarli in un joint. Il dabbing è una pratica molto specifica che coinvolge una pipa ad acqua o un bong, ad un attacco.
Invece di usare una bowl come si fa di solito con il fiore fumandolo dal dispositivo – qui troviamo un braciere di metallo, vetro o ceramica attaccata alla pipa ad acqua o al bong. Questo braciere viene poi surriscaldato (da una fiamma al butano o al propano o con un regolatore di temperatura elettronico) a un intervallo tra i 250 e i 375°C. Usando un bastoncino di vetro o di metallo, il concentrato viene posto sul braciere riscaldato e comincia immediatamente a vaporizzare. Questo vapore viene poi inalato dal consumatore. In generale, questo è il modo per riuscire a concentrare la quantità di THC di un intero spinello in un solo colpo!
Negli Stati Uniti, il dabbing è diventato così popolare che i concentrati rappresentano ormai il 75% dei prodotti venduti nel mercato legale della cannabis!
In parole povere, immaginatevi i concentrati come una sorta di hashish che è passato attraverso un processo di raffinazione superiore per diventare vaporizzabile, o dabbabile, i quali contengono il minor numero possibile dei composti indesiderabili della pianta. L’hashish tradizionale essenzialmente è un insieme isolato dei tricomi dalla pianta. I concentrati fanno un ulteriore passo avanti, infatti vengono creati utilizzando in maniera esperta solventi e metodi di filtrazione al fine di produrre un prodotto di maggiore purezza rimuovendo i tricomi e isolando ulteriormente i cannabinoidi e i terpenoidi al loro interno.
In genere, l’hashish tradizionale non è dabbabile perché contiene ancora troppi materiali vegetali e la purezza non è abbastanza elevata. Alcuni artisti dell’estrazione sono riusciti ad affinare le loro abilità fino al punto di creare dei concentrati da dilettanti usando il metodo dell’isolazione con l’acqua come solvente. Ricordate che “Solventless” è un termine improprio per definire queste tecniche di estrazione dell’hashish ad acqua – l’acqua, di fatto, è un solvente!
Tanto per cominciare, consideriamo due grandi categorie: i concentrati e gli isolati
I concentrati, come è chiaro nel nome, sono dei composti altamente concentrati di cannabinoidi, di terpeni e di terpenoidi, i quali, tipicamente, ai test risultano con contenuto di cannabinoidi che si aggira intorno al 65%. Più frequentemente, i concentrati ben fatti hanno un contenuto di cannabinoidi che si spinge anche al 75%-92%.
Gli isolati sono versioni ulteriormente raffinate dei concentrati. Gli isolati, come il THCa isolato, sono prodotti realizzati secondo il metodo dell’isolamento di un singolo componente dal concentrato. I cristalli di THCa (in inglese) sono un esempio di isolati. Gli isolati sono comunemente delle polveri bianche o biancastre dalla purezza molto elevata. Anche i distillati possono essere un esempio di isolati, ma non necessariamente, perché alcuni distillati non vengono fatti separando i singoli cannabinoidi, ma sono piuttosto una miscela di essi.
I concentrati tipicamente vengono fatti utilizzando delle tecniche di estrazione con idrocarburi, alcool, acqua o una pressa riscaldata. Ognuna di queste tecniche ha il potenziale per creare una diversa gamma di prodotti finali.
Le tecniche di estrazione degli idrocarburi fanno uso di solventi come l’eptano, il propano, il butano e il pentano, che sono tutti solventi altamente selettivi e vengono utilizzati in condizioni molto controllate con delle attrezzature di laboratorio sofisticate e costose. Eseguire queste estrazioni a casa, da soli, è irresponsabile, incredibilmente rischioso, e potrebbe mettere la vostra sicurezza e quella degli altri in grave pericolo. Senza un training e un ambiente adeguati, così come delle apparecchiature specifiche e certificate per questo lavoro – le cose potrebbero mettersi molto male rapidamente.
A causa della selettività di questi solventi, è possibile ottenere una purezza molto elevata già dalla prima estrazione. Se viene fatta da una struttura professionale, i solventi vengono adeguatamente rimossi dal prodotto finale in modo che il consumatore non debba preoccuparsi degli effetti negativi degli stessi sulla salute. Detto questo, ci sono molti laboratori clandestini e poco scrupolosi che mettono sul mercato nero moltissimi concentrati di idrocarburi che potrebbero risultare effettivamente molto pericolosi da consumare.
Le tecniche di estrazione con l’alcool dovrebbero essere fatte utilizzando etanolo, piuttosto che alcoli denaturati o isopropilici. Mentre questi ultimi sono ragionevolmente sicuri, deve essere presa in seria considerazione una maggiore cautela e sicurezza quando si intende utilizzare l’etanolo, in quanto è altamente esplosivo. L’alcool è molto meno selettivo rispetto alle tecniche di estrazione con gli idrocarburi, infatti il prodotto finale spesso risulta molto più verde e grasso e di una purezza inferiore a causa della clorofilla, delle cere e dei grassi delle piante che fuoriescono insieme ai cannabinoidi durante l’estrazione. Detto questo, i maghi dell’estrazione più esperti utilizzano delle tecniche di filtraggio e di temperatura che permettono di ottenere dei concentrati a base di alcol con dei livelli dei cannabinoidi al pari dei loro cugini idrocarburi.
I metodi di estrazione ad acqua come le tecniche di isolamento hanno la capacità di creare anche delle tecniche dabbabili. Gli artisti dell’estrazione sono in grado di sfruttare l’insolubilità del THC e delle altre sostanze desiderabili all’interno dell’acqua per produrre un prodotto con una purezza piuttosto elevata di THC.
Le tecniche di estrazione utilizzando la pressa riscaldata producono un prodotto chiamato rosin. Vengono utilizzate delle grandi piastre piatte per creare calore e pressione, in questo modo è possibile spremere un sorta di estratto di cannabis – un po’ come spremere un frutto! Spesso questo procedimento non viene fatto solo con i fiori, ma anche con l’hashish tradizionale per raffinarlo ulteriormente e renderlo dabbabile. In generale, il contenuto di grassi e di cera di questo tipo di concentrato è molto più alto e potrebbe essere pericoloso per il consumo poiché l’inalazione di grassi e cera è stata collegata alla pneumonia liposomica (in inglese).
I distillati vengono fatti raffinando ulteriormente i concentrati. Proprio come il whiskey o altri alcolici vengono distillati, i concentrati possono essere distillati al fine di purificarli ulteriormente e renderli utilizzabili in oggetti come vaporizzatori. I distillati fatti correttamente non dovrebbero avere nessun sapore, nessun odore e dovrebbero risultare pressoché cristallini. Spesso il livello di THC arriva e supera il 92% e vengono usati più frequentemente per fare i commestibili. Come detto prima, i distillati possono essere degli isolati di un cannabinoide specifico, o possono essere una miscela di più cannabinoidi.
Non possiamo di certo dire che inalare qualcosa sia sicuro. Il dabbing dei concentrati offre dei benefici che potrebbero ridurre il rischio di consumare cannabis. Siccome non viene coinvolta la combustione, in questo modo molti materiali cancerogeni non vengono creati. Con questo metodo basta un solo tiro per essere high, il che significa che andrete a consumare decisamente meno materiale vegetale in combustione durante il giorno.
BHO è il nome dato a quei concentrati creati usando specificamente il butano come solvente. Tipicamente parlando, BHO è una terminologia che viene usata sempre meno ed è praticamente inesistente in questi tempi a livello legale. Il BHO deriva dal mercato nero, da quei giorni precedenti all’esistenza del mercato legale e si riferisce principalmente a quei prodotti concentrati realizzati facendo esplodere la cannabis con il butano all’aria aperta.
Non solo è incredibilmente pericoloso per l’estrattore e per le persone nelle vicinanze – ma potrebbe anche risultare incredibilmente pericoloso per il consumatore finale, in quanto la qualità del butano usato non è quantificabile e la rimozione dei solventi residui da parte degli estrattori potrebbe essere stata fatta solo a metà.