Il fiore della cannabis, o bud, è composto da molte sostanze chimiche diverse. Sicuramente avrete familiarità con almeno uno di questi gruppi chimici – i cannabinoidi.
I cannabinoidi, come il THCa e il THC, o il CBDa e il CBD, sono sostanzialmente i responsabili degli effetti del fumo o del consumo della cannabis. Potreste anche aver sentito parlare di un altro gruppo di sostanze chimiche, come i terpeni o terpenoidi, che sono ampiamente responsabili dell’odore e dei sapori che troviamo nei fiori di cannabis. Anche i terpeni e i terpenoidi influiscono sull’esperienza aumentando, o modificando in altro modo, l’effetto che i cannabinoidi hanno quando li consumiamo.
Oggi daremo uno sguardo ad un altro gruppo di sostanze chimiche che si trovano nella cannabis. Quelli che vengono chiamati flavonoidi.
Vi siete mai chiesti da dove vengono i colori dell’erba viola? Dovete ringraziare i flavonoidi per questo. In effetti, molti dei colori e delle sfumature che vengono fuori da fiori, dalla frutta e dalla verdura, devono ringraziare i flavonoidi! In un certo modo, i flavonoidi contribuiscono anche ai sapori e agli aromi dei fiori di cannabis, della frutta e della verdura.
Sono oltre 5000 i flavonoidi che si possono trovare in natura, ed esistono in tutti i tipi di frutta e verdura, così come nelle piante da fiore, svolgendo molte funzioni diverse.
Da un lato, i flavonoidi sono importanti per la colorazione, che è incredibilmente importante per attirare gli insetti e per incoraggiare la popolazione per la riproduzione, la sopravvivenza e la fruttificazione. Sono anche utili nella filtrazione della luce UV, e alcuni flavonoidi hanno il potenziale di proteggere le piante dagli agenti patogeni nocivi e dalle malattie. I flavonoidi secreti dalle piante servono persino a comunicare con i batteri che formano relazioni simbiotiche con le radici nel suolo.
I flavonoidi sono assolutamente farmacologicamente attivi. Questo significa che non solo sono i responsabili dei pigmenti e dei colori della cannabis, ma sono anche responsabili degli effetti sinergici con i cannabinoidi e hanno effetti terapeutici propri. La ricerca sui flavonoidi è nuova e c’è ancora molto da scoprire, tuttavia sono state effettuate indagini incoraggianti sui flavonoidi per il trattamento di alcuni tumori, infiammazioni e altre malattie o problemi di salute.
Questi tre flavonoidi fanno parte di un sottogruppo chiamato flavoni, e sono quindi chetoni. Per la maggior parte, questi tre flavonoidi sono del tutto esclusivi della pianta di cannabis e non si trovano altrove in natura.
Le cannflavine A, B e C sono tutte oggetto di studio per una lista di potenziali terapie. La cannflavina C è particolarmente studiata per il suo ruolo nell’inibizione della COX-2 e per il trattamento dell’infiammazione.
Tutti e tre questi flavonoidi potrebbero avere un ruolo nel trattamento di alcuni tipi di cancro.
É uno dei flavonoidi dietetici più abbondanti, infatti l’uomo in media contiene tra i 25 mg e i 50 mg di quercetina nella sua dieta ogni giorno!
Si trova nelle cipolle, nel finocchio, nel cavolo, nei mirtilli, nelle prugne, nel tè verde, nel cioccolato e in molti altri alimenti. Naturalmente, si trova comunemente anche nella cannabis.
Questo flavonoide serve principalmente ad aggiungere pigmento alle piante e alle loro foglie. Serve come un potente antiossidante, è un antivirale e anche un antifungino.
Si tratta di un flavonoide comune che si trova nel basilico, nelle arance, nella menta e nella cannabis.
È molto interessante per i suoi effetti sui recettori del GABA, infatti costituisce una quantità sostanziale dei flavonoidi totali della camomilla, e può essere responsabile dei suoi lievi effetti sedativi.
Inoltre ci sono alcune indagini sulla sua capacità di trattare l’ansia e la depressione.
Zenzero, aneto, cannabis e broccoli sono tutte fonti comuni di kaempferolo. Si trova in concentrazioni molto alte nello zafferano ed è ciò che dà ai petali delle rose il loro colore.
Sono in corso studi per determinare i possibili trattamenti contro il cancro a partire da questo flavonoide, poiché è stato dimostrato che modula la morte cellulare.
Questi, in realtà, comprendono un certo numero di flavonoidi diversi e sono i responsabili del colore rosso, blu o viola che viene fuori nelle vostre piante di cannabis. Le temperature ed il pH spesso cambiano il modo in cui gli antociani reagiscono e questo è il motivo per cui otteniamo così tanti colori diversi da loro.
La ricerca attuale suggerisce che forse c’è un certo valore terapeutico in questi flavonoidi per le loro proprietà antinfiammatorie.
C’è ancora molto che non sappiamo sui flavonoidi, sia della cannabis che delle moltissime altre piante, frutti e verdure da cui ne ricaviamo il nostro consumo quotidiano. Detto questo, ci sono ipotesi ragionevoli che possiamo fare. Mentre sicuramente una piccola quantità di flavonoidi la ottenete anche fumando o vaporizzando, la stragrande maggioranza di questi composti viene distrutta dal calore.
Se volete essere sicuri di consumare tutti i flavonoidi disponibili nel vostro fiore di cannabis senza sprecarlo o danneggiarlo, vi consigliamo l’estrazione a freddo e ad ampio spettro della vostra cannabis, infatti ad oggi è l’opzione migliore.
L’etanolo notoriamente non è selettivo, e sarebbe una valida opzione come solvente per fare un estratto e poi farne un concentrato commestibile. Il motivo di tutto questo è quello di consumare i flavonoidi mangiandoli, inoltre vogliamo assicurare che questi flavonoidi si conservino correttamente durante la lavorazione del nostro concentrato commestibile.
C’è ancora molto da indagare sul potenziale terapeutico dei flavonoidi, un gruppo di sostanze chimiche che tutti noi consumiamo quotidianamente in molti dei nostri cibi più comuni.
Quello che sappiamo per certo è che i flavonoidi sono i responsabili di una parte importante della nostra esperienza di consumo e coltivazione della cannabis, e dobbiamo ringraziare queste sostanze chimiche per tutti i bellissimi colori che troviamo nelle nostre coltivazioni di cannabis.